Manifesto contro la Mercificazione dell’Arte e l’Approssimazione del Concetto di Artista

L’arte è un atto di creazione profonda, un’espressione autentica che nasce da un percorso di ricerca, studio e sperimentazione. Non è un’industria da sfruttare, né un gioco di apparenze da mercificare. Siamo stanchi di assistere a una distorsione dei valori che definiscono ciò che è arte e chi merita di essere chiamato artista. L’arte non è una semplice “etichetta” da indossare per chiunque partecipi a una collettiva pagando un compenso all’organizzatore, al curatore o al critico di turno. Questo sistema di aggregazione, che si basa su logiche economiche più che artistiche, ha trasformato l’arte in un prodotto da vendere, svuotandola di ogni valore autentico.

Le collettive d’arte che oggi proliferano, pensate esclusivamente per aggregare i numerosi “hobbisti” e regalare loro momenti di visibilità, non sono che teatri di approssimazione. Opere selezionate senza alcun criterio critico, allestimenti trascurati, una qualità che risulta spesso lontana dalla vera ricerca estetica e concettuale. Questi eventi, travestiti da manifestazioni di arte contemporanea, non fanno che diluire il significato dell’arte, confondendo il pubblico e creando un’immagine distorta della realtà artistica.

Quello che vediamo oggi sono eventi organizzati da figure che si spacciano per esperti del settore, ma che in realtà possiedono una competenza dubbia e spesso limitata, al punto da far passare come arte qualunque cosa venga esposta. Dietro a queste pseudo-esposizioni si cela l’idea che chiunque possa essere definito “artista” purché paghi il suo biglietto d’ingresso. Ma l’arte non è una mera partecipazione a una vetrina: è una disciplina che richiede dedizione, studio, e soprattutto un linguaggio che parli al pubblico con consapevolezza e verità.

Le istituzioni, che troppo spesso danno il loro avvallo a questi eventi di dubbio valore, si espongono a critiche legittime da parte di chi l’arte la vive in modo professionale, di chi dedica anni alla propria formazione e alla ricerca di un linguaggio autentico. Non è ammissibile che l’arte venga trattata come una moda passeggera o come un’iniziativa commerciale.

L’artista è colui che, attraverso la propria opera, stimola il pensiero, solleva interrogativi, provoca riflessioni. Non è chi partecipa a eventi che sfruttano la sua voglia di visibilità senza curarsi della qualità e della sostanza del suo lavoro.

Questo manifesto è una chiamata alla riflessione, una denuncia contro la banalizzazione dell’arte e il mercimonio dell’autentico spirito creativo. Non permettiamo che l’arte diventi una vetrina in cui chiunque può esporre senza credibilità e senza una reale consapevolezza del proprio lavoro. L’arte è una disciplina nobile, e chi si definisce artista deve meritarsi questo titolo attraverso il proprio impegno, la propria ricerca e la propria capacità di comunicare qualcosa di unico, di profondo, di autentico.

La vera arte non è un evento a pagamento, non è una “vetrina” per il riconoscimento effimero, ma un percorso che deve essere rispettato e onorato in ogni sua forma. Rifiutiamo la pseudo-arte e riaffermiamo il valore dell’autenticità e della professionalità.

Manifesto sull’Arte e la Libertà Creativa

Contro chi relega l’arte esclusivamente ai canoni di un mercato che la rende merce, lontana dalla vita e dalle persone, noi artisti del Movimento Artisti Italiani alziamo la nostra voce. L’arte non è un lusso da consumare in silenzio tra le mura di gallerie e musei, né un privilegio da lasciar custodire nelle mani di pochi esperti. L’arte è un atto umano, universale, e come tale deve essere libera, accessibile, e parlare alla gente in modo diretto, senza filtri, senza la necessità di un “intermediario” che la traduca in un linguaggio che non le appartiene. Gli artisti che non si nascondono più dietro le porte di spazi elitarie hanno scelto di esporre le loro opere nei luoghi dove si respira vita, dove il movimento e la quotidianità generano connessioni vere: nelle piazze, nei giardini, nei centri commerciali, in ogni angolo vivo di una città, dove la gente si incontra, si ferma e condivide le proprie emozioni. L’arte non deve essere irraggiungibile, ma deve immergersi nella realtà della vita, lì dove ogni individuo può fermarsi a riflettere, a sentirla sulla pelle, a farne esperienza. Il nostro movimento sfida la concezione dell’arte come oggetto di culto intellettuale, lontana dalle emozioni della gente. Abbattiamo le barriere della sapienza boriosa che creano distanze. In queste mostre pubbliche, gli artisti sono protagonisti e non mediatori. Saranno loro stessi a raccontare il proprio lavoro, a tradurre la propria ricerca artistica in emozioni condivise, a far parlare le loro opere in una lingua comprensibile a tutti. Ogni pezzo esposto è una finestra sul mondo interiore dell’artista, un dialogo diretto con chi lo osserva. Le nostre opere sono diverse, così come sono differenti le nostre esperimentazioni stilistiche. Ciò che ci unisce è il desiderio di sfidare le convenzioni, di superare la tradizione, di cercare nuove forme di espressione. Siamo in continuo movimento, come le nostre città, come le persone che le abitano. L’arte è creatività, è ricerca, è un’esperienza che non può essere confinata dentro una cornice. L’arte, come la vita, deve essere vissuta. Il nostro movimento è un invito a tutti a liberarsi dalle catene del mercato, a riscoprire l’arte come un bene comune, un linguaggio che non ha bisogno di traduzioni, ma solo di essere vissuto nella sua purezza. Abbiamo scelto di tornare tra la gente, di condividere l’arte con il mondo. Un’arte che non chiede permesso, che non teme il giudizio, che non si fa limitare dalle regole di un mercato che la riduce a un prodotto da esibire.

L’arte è per tutti, e per tutti deve essere.

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